

La sfida Italia-Eritrea: nei due scatti sopra apprezziamo uno dei momenti decisivi dela gara: Marco De Gasperi si riporta sotto e controlla l'attacco dei fortissimi atleti Eritrei...è il 1° giro, nella foto successiva siamo al passaggio successivo e solamente Tesfay è rimasto con lui..ma è solo questione di tempo, anche lui poi crollerà sotto il ritmo di SUPER-DEGA che all'arrivo avrà oltre 20 secondi di vantaggio
riceviamo e volentieri pubblichiamo un intervista realizzata da Maurizio Torri al Campione de Mondo Marco De Gasperi.
Campione del Mondo.
Sul tracciato up and down elvetico di Ovronnaz – Saillon, nessuna pretattica: De Gasperi è partito davanti dettando la propria legge al resto della ciurma. «Mi sembrava si andasse troppo forte, ho quindi raggiunto la testa della gara per frenare il forcing eritreo». Alle sue spalle, oltre agli africani pure il campione mondiale 2006 Rolando Ortis. L’intento era frenare, ma al contrario i ritmi sono aumentati. No problem, “Super Dega” ha palesato una condizione atletica superlativa: «La gara si svolgeva su un anello saliscendi di 4km da ripetere 3 volte – ha continuato nel suo racconto la stella della Forestale Roma -. Già sulla prima discesa ero davanti». Unico a reggere il suo forcing l’eritreo Tesfay Johannes. Più staccati i vari Ermias Tesfazghi e l’ugandese Moses Aliwa. Essere da subito al comando, quando da percorrere vi sono 12km con 933m di salita e 939 di discesa, non è stato un gioco da ragazzi: «Si tenevano ritmi a dir poco elevati. Il secondo giro è stato uno dei momenti più duri della mia carriera». La posta in palio era troppo alta per centellinare energie: «I distacchi sono rimasti invariati sino al 3° passaggio». All’ultimo scollinamento il gap tra il nostro portacolori e il suo diretto avversario era di pochi secondi, ma in discesa è stato l’ennesimo show. De Gasperi ha di nuovo cambiato passo gettandosi a “rotta di collo” verso il traguardo. Mentre l’eritreo si inchinava dinnanzi a tale dimostrazione di forza, per lui pure il tempo di salutare i tifosi e di alzare al cielo la bandiera tricolore: «Sapevo di stare bene, ma confermarsi a simili livelli non è
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